Ce.Fo.P in Amministrazione Straordinaria: il paradossale paradigma del settore della Formazione che rischia di implodere

Ce.Fo.P in Amministrazione Straordinaria: il paradossale paradigma del settore della Formazione che rischia di implodere
set 20

Il paradosso del Ce.Fo.P in AS.: finanziamenti assegnati, attività possibili, Programma di cessione approvato dal Ministero, eppure i Commissari  Straordinari sono costretti a convocare le organizzazioni sindacali per la mobilità del personale.

Infatti, il 18 settembre i Commissari Straordinari hanno convocato i sindacati per un incontro fissato per lunedì prossimo, 24 settembre, per avviare le procedure per la mobilità del personale. Un atto eclatante e drammatico, a nostro parere, indotto dalla sordità, dalla cecità, dalla incapacità di esprimersi compiutamente della amministrazione regionale sulla, appunto, “Straordinaria” vicenda del più grosso ente di formazione siciliano.

E dire che nello stesso giorno il Ministero dello sviluppo economico aveva comunicato con un proprio decreto la approvazione del programma di cessione del complesso aziendale, ovvero l’ultimo atto necessario perché l’ente, che i Commissari Straordinari hanno rimesso in equilibrio economico, possa essere valorizzato, messo sul mercato, rimesso nelle condizioni di produrre servizi e formazione, riaccendendo una speranza di lavoro per una rilevante parte dei dipendenti, a patto di essere capaci di affrontare i necessari cambiamenti.

Ma questo processo, faticosamente avviato dai tre professionisti indicati dal Ministero – ricordiamo che nel loro ruolo di amministratori straordinari essi svolgono funzioni di pubblico ufficiale - assieme ai sacrifici ed al lavoro dei tanti operatori che con abnegazione e buona volontà si sono adoperati per salvare la commessa, il servizio da rendere alla collettività ed allo stesso tempo la propria occupazione, e insieme ad alcune Organizzazioni Sindacali, rischia di fermarsi improvvisamente.

Le ragioni per le quali il processo rischia di implodere sono molteplici, ed attengono all’insensatezza di alcune procedure, che pure la Regione avrebbe avuto il dovere di semplificare e di accelerare, almeno in questo caso, a fronte di amministratori – pubblici ufficiali, non imprenditori  (o avventurieri) della formazione, e del dramma di un migliaio di famiglie.

E ciò perché la Regione ed i suoi dirigenti non riescono a trovare soluzioni adeguate alla straordinarietà di questa amministrazione, e, soprattutto, la trattano alla stessa stregua delle situazioni di altri enti, che seppure critiche, hanno una sostanziale differenza: quegli enti non rischiano il fallimento,almeno non nell’immediato, anche se per non rischiarlo fanno pagare alti costi ai propri dipendenti.

Ma la situazione del CeFoP in AS, non ci stancheremo di ripeterlo, è davvero straordinaria: essa attiene alla condizione peculiare dettata da una legge dello stato, è stata approvata e resa possibile da un ministero dopo che un giudice si era pronunciato, dopo che finanche la stessa commissione europea si è pronunciata favorevolmente dicendo che il salvataggio attraverso la cessione non può essere considerata regime di aiuti di stato.

Per questo andrebbero accompagnate le azioni dei Commissari, non messe in forse da vincoli e rilievi, da lentezze che lasciano pensare. La Corte dei conti, ci dicono, deve operare indisturbata, se si vuole che le risorse comunitarie non vengano messe a rischio da un uso distorto. Ma è la stessa Corte che non si accorgeva che le risorse della regione, con un uso assai più distorto, venivano male amministrate dalla precedente proprietà, fino ad accumulare il debito astronomico del CeFoP che ammonta ad oltre 82 milioni di euro?

E la dirigente regionale che adesso nega la Cassa integrazione e la stessa persona che da Capo di Gabinetto di un Assessore del Lavoro consentiva che ogni tentativo di affrontare il problema, secondo le denunzie della Cgil, venisse vanificato da chi amministrava allora l’ente, consentendo di assumere sempre più dipendenti, fino al collasso, per fini clientelari?

E chi adesso gestisce l’ultimo scampolo di legislatura, alla guida del più prestigioso Gabinetto della Regione, non ha più volte eluso di controllare quello che era sotto gli occhi di tutti, convocando interminabili, ed inutili, tavoli tecnici e conferenze di servizio per trovare soluzioni che facessero sopravvivere il cadavere in decomposizione dell’ente scempiato dai debiti, dalle evasioni ed elusioni contributive, dalle inadempienze contrattuali, e peggio, dalle truffe messe in atto a danno di contribuenti, erario, lavoratori?

Forse che si teme che l’attuazione del Programma, nel quale in sintesi è riportato anche il lavoro di indagine per la ricostruzione del passivo, al quale seguiranno le procedure concorsuali, metta in luce responsabilità gravi dei vertici aziendali del passato, della politica e dei vertici della stessa amministrazione regionale, che pure avrebbero dovuto controllare?

La Flc Cgil chiede senza indugio all’amministrazione, al Governo, al Ministero del Lavoro, un gesto significativo: si conceda la proroga della Cassa integrazione almeno fino alla fine dell’anno, e si riaffronti il problema per l’anno successivo secondo le mutate condizioni dello scenario che si apriranno adesso, o almeno che potrebbero aprirsi se il processo di cessione dei beni aziendali potesse essere portato a termine.

E chiede che senza indugio gli organi inquirenti identifichino le responsabilità di chi, facendosi scudo della fame di lavoro, del bisogno di tanti in questa disgraziata isola, ha messo a rischio il destino dei lavoratori onesti per fini che certamente onesti non sono stati.

 

Scarica il Decreto del MiSE di approvazione del Programma di cessione;

Scarica la convocazione dei Commissari Straordinari;

Scarica la nota della Flc all’Amministrazione Regionale

Formazione professionale | 20/09/2012

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