Convegno "Istruzione e Mezzogiorno: la giusta direzione per lo sviluppo del Paese", Palermo 28 settembre - Web cronaca

Convegno "Istruzione e Mezzogiorno: la giusta direzione per lo sviluppo del Paese", Palermo 28 settembre - Web cronaca
set 28

Si è tenuto giovedì 28 settembre, presso la Sala delle Capriate di Palazzo Steri, sede del Rettorato dell'Università degli studi di Palermo, il Convegno "Istruzione e Mezzogiorno: la giusta direzione per lo sviluppo del Paese".

L'inizio dei lavori è stato preceduto dai saluti del pro rettore Fabio Mazzola e dalla proiezione del cortometraggio "Punti di Vista", della regista Francesca La Mantia, sul tema dello sfruttamento dei lavoratori. A moderare gli interventi Franca Giannola, segretaria generale della Flc Cgil Palermo.

Ha aperto il convegno Graziamaria Pistorino, segretaria generale della Flc siciliana (Relazione). "Abbiamo considerato centrale nella nostra elaborazione politica il tema della differenza tra Nord e Sud del Paese nell'esercizio dei diritti, istruzione, salute, lavoro ... in sitesi l'esercizio del diritto alla cittadinanza". Pistorino ha rimarcato l'importanza di riconoscere una retribuzione proporzionata al proprio lavoro e in grado di garantire ai lavoratori e alle loro famiglie una vita dignitosa, proprio come sancisce l'articolo 36 della Costituzione.
Purtroppo, ha sottolineato la sindacalista della Cgil, questo spesso non accade, soprattutto nel Mezzogiorno. Lo confermano tutti gli indicatori socio-economici rilevati negli ultimi anni. Non solo l'aumento galoppante dell'occupazione, ma anche la ripresa dell'emigrazione dei giovani laureati e diplomati. E ancora il crollo dell'offerta di dottorati negli atenei del Sud, il contemporaneo aumento della stessa nelle regioni settentrionali e la quasi inesistente offerta del tempo pieno nel Meridione. In Sicilia, precisa Pistorino, il tempo pieno incide solo dell'8% rispetto alla totalità del tempo scuola. Una percentale nettamente inferiore alla media nazionale e drammaticamente lontana da quella del Nord che si attesta abbondantemente sopra il 40%. Fattori che hanno ripèercussione negative sulla dispersione scolastica e sulla disoccupazione giovanile.
"La conoscenza - ha concluso Graziamaria Pistorino - è l'ultimo argine alle diseguaglianze. Nel Mezzogiorno più che altrove serve un intervento dello Stato. Sono indispensabili investimenti diretti in istruzione, ricerca e tecnologia". La segretaria della Flc Cgil individua nel Programma industria 4.0, nel Piano nazionale della ricerca, nelle Zes ... alcune iniziative politiche sulle quali fare leva per promuovere lo sviluppo del Sud. Inoltre, bisogna intervenire sulle assunzioni del personale della scuola, sull'adeguamento del tempo pieno, soprattutto nelle aree con maggiore dispersione scolastica, sui corsi di specializzazione per i docenti di sostegno, sulla revisione dei parametri dei costi standard degli studenti.

Secondo Maria Luisa Altomonte, Direttore Generale USR Sicilia, esiste un grave divario tra Nord e Sud. "Il contesto e l'andamento socio economico hanno la loro influenza, ma non sono solo quelli ad essere determinanti. C'è una forte variabilità tra le classi in una stessa scuola. La dispersione scolastica è una piaga contro la quale la Direzione generale combatte da anni". Per la responsabile dell'USR regionale, al Nord c'è un maggiore interesse da parte della società civile per la scuola. "Il tempo pieno - afferma - non è la panacea di tutti i mali. E' un modello nato negli anni '60 e andrebbe rivisto anche in Emilia Romagna".

Per Vito De Filippo, Sottosegretario di Stato presso il MIUR, c'è stato un interesse straordinario in termini finanziari per la scuola italiana. "Qualche anno fa, invece, si parlava di ridimensionamento e spending review. Siamo passati dal ridimenzionamento al, pur criticabile, potenziamento. Abbiamo cercato di ricucire gli strappi creati dalla legge sulla buona scuola, introducendo la chiamata per competenze. Abbiamo fatto un grande lavoro sulle deleghe sul processo di reclutamento e di stabilizzazione dei docenti".
Il governo, ha spiegato De Filippo, "sta lavorando per confermare il personale assunto secondo l'accordo del 30 novembre scorso, con il relativo aumento di 80 euro dello stipendio. E' previsto anche un aumento anche per i dirigenti scolastici e un intervento importante per potenziare il personale Ata. Un grande programma di assunzione di 1500 ricercatori entro il prossimo anno".
Il sottosegretario, inoltre, evidenzia i provvedimenti del decreto legge sul Mezzogiorno a sostegno delle università del Sud, tra cui la modifica di alcuni parametri per lo stanziamento delle risorse del fondo perequativo, che dovrebbe far aumentare le risorse finanziarie destinate dallo Stato agli atenei del Meridione.
Infine De Filippo chiama in causa la responsabilità della politica locale: "Se il prossimo governo regionale decidesse di risalire la china sul tempo pieno il Miur dovrà fare la sua parte. Chi potrà dire di no?".

Michele Pagliaro, segretario generale Cgil Sicilia, ha parlato della grave crisi economica che sta attraversando la Sicilia, ma anche delle riforme varate dal governo che non hanno funzionato. "Il jobs act ha parcellizzato il lavoro, ha fatto evaporare i diritti. C'è poi la piaga del lavoro nero, del caporalato in agricoltura e in edilizia". La Sicilia, ricorda Pagliaro, è la terza regione in europa per Neet, ovvero per giovani che non studiano e non lavorano.
"Per noi, conlude il segretario, è fondamentale investire sulla conoscenza. Le maggiori risorse sono sicuramente un fatto positivo, ma i problemi permangono. Manca una visione d'insieme. Noi dobbiamo a tutti i costi modernizzare questo Paese e sicuramente tutta la filiera della conoscenza è un pezzo importante di questo progetto".

Per Antonio La Spina, Ordinario di Sociologia presso Università LUISS Roma, bisogna sfatare il luogo comune dell'irredimibilità della Sicilia. "Ci sono esempi - spiega La Spina - in Italia, ma anche a livello internazionale molto significativi. C'è il caso dell'Estonia che fino a qualche tempo fa versava in situazioni drammatiche, per quanto riguarda il valore del capitale umano, e che in pochi anni è diventato un Paese modello".
C'è molto da fare sulla promozione del capitale umano nei settori della formazione, nell'orientamento, nel counseling.
"Si tratta - spiega il docente della LUISS - di politiche che dovrebbero essere indipendenti dal ciclo elettorale e dalle esigenze di consenso. Perchè viceversa si traducono in redistribuzione delle risorse e riproduzione del sottosviluppo. Il divario Nord-Sud non è accidentale, ma rinvia alle problematiche della scuola, sia a livello delle infrastrutture che del personale". 

Anche per Pietro Navarra, Presidente Comitato Regionale Universitario Sicilia, il capitale umano è la risorsa più importante per lo sviluppo di un Paese. Purtroppo, fa notare Navarra, "si fa pochissimo per il diritto allo studio, è stata introdotta una no tax area per gli studenti di famiglie a basso reddito, ma gran parte dell'esenzione grava sugli Atenei. E' anche vero che ci sono università che hanno dilapidato le risorse, quelle meridionali nella maggior parte dei casi hanno gestioni virtuose".

Secondo Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil Sicilia, la situazione in cui versa il Mezzogiorno non è soltanto il portato della questione meridionale, ma delle scelte politiche fatte in questi ultimi anni che hanno redistribuito in maniera iniqua le risorse. Rispetto ai fondi stanziati per le università, afferma Sinopoli, "noi abbiamo bisogno di una radicale inversione di tendenza, le ultime modifiche sono solo dei piccoli aggiustamenti. Serve un programma serio di stabilizzazione dei ricercatori precari". In merito alla condizione della scuola nel Sud la richiesta è chiara: "è necessario mettere al centro del dibattito la necessità di un piano straordinario dell'istruzione del Mezzogiorno a partire dagli organici. Inoltre, il rinnovo del contratto collettivo nazionale deve essere una priorità. La prossima legge di stabilità è un'occasione per cominciare a dare dei segnali positivi".

Ha concluso i lavori Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. L'istruzione, ha spiegato, era uno degli elementi cardine del Piano del lavoro su cui il sindacato si è confrontato con il governo, a partire dalle infrastrutture e "le prime infrastrutture di cui ha bisogno il Paese non sono le strade, ma gli asili nido e le scuole per dare gli stessi diritti ai bambini del Nord e del Sud".
Per la numero uno della Cgil è indispensabile che la ricerca diventi una priorità e che sia pubblica, un investimento massiccio e diffuso su tutto il territorio ed in ogni ambito perchè il tempo da recuperare è tanto.
Se da un lato le istituzioni devono investire su formazione e innovazione per sfornare professionisti competenti, anche il sistema delle imprese deve fare lo stesso assumendo giovani e retribuendoli in modo adeguato. "Bisogna avere il coraggio di dire - sostiene Camusso - come si pensa di programmare lo sviluppo del Paese. Le infrastrutture e la ricerca sono due aspetti fondamentali. A questi va aggiunta la qualità del lavoro. Il caso Ryanair da questo punto di vista è emblematico perchè rappresenta il fallimento di un modello fondato sullo sfruttamento dei piloti e del personale".
"L'ultima riforma della scuola - continua - ha distrutto l'idea di comunità della scuola. La scuola non deve produrre robot, ma deve preparare i cittadini di domani. Lo Stato ha l'onere di garantire l'istruzione dei cittadini e non quello di garantire il lavoratore all'azienda. Anche le imprese devono investire sulla formazione dei dipendenti".
Inoltre, per Susanna Camusso, "c'è un problema di diritto allo studio perchè oggi la scuola è diventata costosa, una condizione che allarga le diseguaglianze. I trasporti e le mense fanno parte dei costi da sostenere per garantire questo diritto. Ecco perchè devono intervenire sia il livello regionale che nazionale".
Infine, bisogna ripensare la formazione professionale "che non deve essere una scappatoia per quegli studenti che il percorso primario di istruzione non è riuscito a motivare". Per la segretaria della Cgil deve essere un valore aggiunto, un percorso di qualità. Se non lo è i Neet continueranno a non studiare e a non lavorare.

 

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Articolo La Sicilia

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