Firma la petizione - Manifesto europeo dei sindacati della ricerca e dell'Università per uscire dalla crisi.

Firma la petizione - Manifesto europeo dei sindacati della ricerca e dell'Università per uscire dalla crisi.
mag 22

Firma la petizione                                                                                                                   Hanno già firmato ...

 

La crisi fiscale e finanziaria ora in atto in Europa e nel mondo intero è destinata a trasformarsi in un’immane crisi sociale se i Governi e gli Stati cercheranno di contrastarla con programmi limitati e poco lungimiranti. Infatti, è del tutto evidente che “il rimedio potrebbe rivelarsi peggiore della malattia”.

L’accrescimento della mole di conoscenza disponibile e la sua trasmissione ad una nuova generazione sono fra le più nobili attività dell’umanità. Ma è anche una componente assolutamente vitale ed imprescindibile del benessere ecologico, democratico, culturale ed etico della nostra società.

Il mancato mantenimento ed aumento dell’investimento pubblico in educazione e ricerca, a tutti i livelli, dovrebbe essere altrettanto impensabile quanto il rifiuto della semina per il raccolto dell’anno seguente.

Allo stesso modo, il ricco patrimonio dell’Educazione Superiore Universitaria Europea e della ricerca che si basa su caratteristiche fondamentali quali la cooperazione, la libertà accademica, l’autonomia delle istituzioni e la governance collegiale non deve essere compromesso a causa degli attuali tagli della spesa pubblica e la contemporanea attuazione di una semplicistica ristrutturazione manageriale o corporativistica, di competitività e di focalizzazione sui soli aspetti di business e di necessità economiche a breve termine.

Perciò, noi dei Sindacati dell’Educazione Superiore Universitaria e della Ricerca sotto elencati emaniamo questo Manifesto come una chiamata all’azione per la difesa e la valorizzazione dei nostri sistemi di educazione superiore e ricerca in quanto parti integranti del patrimonio dei nostri popoli e delle società libere e democratiche, e fondamentali nella costruzione di un futuro migliore.

Facciamo appello ai nostri Governi e alle Istituzioni europee per un ritorno ai principi di un’Europa sociale, che coopera e solidarizza con tutte le regioni del mondo e che si fonda su alti livelli di ricerca ed educazione.

In particolare, chiediamo sostegno per le seguenti singole richieste che tendono a questi obiettivi generali.

1. LA CONOSCENZA COME BENE PUBBLICO.

La conoscenza è tra quei beni pubblici che non possono e non devono essere ridotti a pura merce. L’utilizzo e la diffusione della conoscenza non ne comporta una diminuzione ma, al contrario, la alimenta e ne favorisce la crescita. Oggi, tuttavia, la produzione e la trasmissione della conoscenza sono soggette ad un processo mondiale di crescente mercatizzazione. L’approccio privatistico alla conoscenza ostacola il progresso civile e democratico, compromettendo la libertà di ricerca e di insegnamento. Vogliamo difendere e accrescere la natura pubblica del sistema europeo di Educazione Superiore Universitaria e Ricerca.

2. RISORSE ADEGUATE AGLI OBIETTIVI.

Gli obiettivi della Strategia di Lisbona non sono stati raggiunti e possiamo dire che Europa 2020 si rivelerà inadeguata a promuovere una combinazione di sviluppo sostenibile, diritti di cittadinanza e democrazia reale. Negli ultimi anni, l’Europa ha investito fin troppo poco ed in maniera inappropriata in Educazione Superiore e Ricerca. Con questi presupposti, ampio spazio deve essere dato al sostegno della ricerca fondamentale o di base e a quelle discipline che, pur non generando un vantaggio economico immediato, migliorano la qualità della vita dei cittadini.

3. AUMENTARE LE OPPORTUNITÀ DI ACCESSO ALL’EDUCAZIONE SUPERIORE UNIVERSITARIA PER TUTTI GLI STUDENTI.

L’educazione universitaria deve essere accessibile a tutti gli studenti. Ci opponiamo con forza all’aumento delle tasse universitarie, mentre il sistema di prestiti agli studenti si è dimostrato fallimentare ovunque sperimentato.

4. RENDERE EFFETTIVA LA CARTA EUROPEA DEI RICERCATORI ED IMPLEMENTARE LE RACCOMANDAZIONI UNESCO 1997 SULLO STATUS SIA DEL PERSONALE DOCENTE CHE DELL’EDUCAZIONE SUPERIORE UNIVERSITARIA IN EUROPA.

La Carta Europea dei Ricercatori elenca una serie di principi generali e requisiti che definiscono il ruolo, le responsabilità ed i diritti sia dei ricercatori che delle istituzioni che li assumono e li finanziano. Questo documento rimane ancora da applicare in molti degli Stati Membri dell’Unione, e quindi la nostra priorità deve essere quella di garantire i principi della Carta ed assicurare l’applicazione delle misure richieste, eccetto quelle che riguardano i compensi individuali. La nostra idea di ricerca pubblica implica che l’assunzione, i compensi, ecc., dei ricercatori pubblici non siano regolati dal solo mercato. In alcuni paesi il possesso di un dottorato è un requisito per accedere alla carriera di ricercatore o ricercatore-docente nelle istituzioni pubbliche. In questi paesi tale requisito va mantenuto. Inoltre, tutti gli studenti post-laurea e i candidati al dottorato devono essere riconosciuti quali ricercatori professionali.

Altrettanto pressante è la necessità di estendere i diritti e la protezione a tutte quelle figure professionali tra i ricercatori e i docenti non presi i considerazione dalla Carta Europea dei Ricercatori, e che di fatto rimangono invisibili. A questo riguardo, riteniamo che l’Europa debba accogliere le raccomandazioni UNESCO del 1997 inerenti lo status sia dei docenti che dell’educazione superiore. Per concludere, è nostra convinzione che la difesa e la valorizzazione dell’autonomia nella ricerca e nell’insegnamento, così come la completa autonomia della ricerca pubblica e delle istituzioni della ricerca superiore, possano essere realizzate solo in condizioni di responsabilità e collegialità pubbliche ben definite.

5. QUALITÀ NELLA RICERCA E NELL’INSEGNAMENTO.

La qualità della formazione delle giovani generazioni presuppone a sua volta la qualità dell’insegnamento. Tra le altre misure essa richiede l’implementazione di un maggiore numero di unità di insegnamento di minori dimensioni. Un insegnamento ispirato ad un approccio ad ampio spettro non può essere separato dalle attività di ricerca, anche perché è attraverso l’insegnamento che i nuovi risultati vengono diffusi. Tuttavia, non possono esserci garanzie di qualità nell’insegnamento e nella ricerca senza politiche che investano nel sistema dell’educazione superiore e della ricerca. I docenti e i ricercatori possono dare il loro meglio in termini di qualità professionali solo con un adeguato sistema di finanziamento, con la promozione della collegialità tra le istituzioni e con la garanzia di una totale autonomia nell’insegnamento e nella ricerca.

6. RENDERE ATTRAENTI LE CARRIERE IN MODO DA POTER RECLUTARE RICERCATORI E DOCENTI ALTAMENTE QUALIFICATI.

L’attrattiva delle carriere è un aspetto fondamentale per aumentare il numero di docenti e ricercatori universitari in Europa. La sicurezza del posto di lavoro, il giusto ambiente lavorativo, strutture efficienti, la piena autonomia di ricerca e di insegnamento, la collegialità e le opportunità di carriera e, ultimo ma non da meno, salari adeguati – questi sono i fattori principali che rendono attrattive le carriere nell’insegnamento e nella ricerca. Innalzare lo status dei docenti e dei ricercatori deve essere una priorità. Senza un reale miglioramento delle condizioni di lavoro, gli obiettivi europei non verranno mai raggiunti.

7. MOBILITÀ.

Affinché l’integrazione civile e culturale europea trovi un’implementazione ideale e si costruisca un’area europea di educazione superiore e ricerca, è assolutamente necessario incentivare, senza renderla obbligatoria, la mobilità internazionale dei docenti, dei ricercatori e degli studenti come fonte primaria della crescita culturale e dello sviluppo scientifico. Perché questo avvenga, tuttavia, si devono prevedere da un lato forme di garanzia e protezione professionali e individuali che affianchino la mobilità del personale e, dall’altro lato, risorse finanziarie pubbliche devono essere messe a disposizione al fine di consentire una concreta parità di accesso alla mobilità per tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro provenienza geografica e sociale.

8. UNA VALUTAZIONE NON BUROCRATICA PER MIGLIORARE IL SISTEMA.

Affinché i ricercatori e i docenti siano liberi da preoccupazioni inerenti la valutazione del loro lavoro, e che possano considerarla come una importante opportunità di crescita e miglioramento, essa deve essere fatta al livello di valutazione di processo e di sistema. Essa non può prescindere dalle specificità e dalle tradizioni scientifiche e disciplinari, né può essere utilizzata come mezzo di limitazione nell’autonomia di ricerca e di insegnamento, né tantomeno come premio per la sola ricerca mainstream. Deve essere condotta da pari, in un modo collegiale e trasparente e con possibilità di appello. Per tutte queste ragioni è necessario un approccio innovativo nell’affrontare le relazioni tra i ricercatori, i docenti e le risorse finanziarie, nonché tra gli scopi e gli obiettivi istituzionali delle università e la ricerca. Infine, la valutazione deve essere utilizzata come mezzo di crescita e supporto alle qualità, competenze ed istituzioni professionali.

9. PARITÀ NEI PROCESSI DECISIONALI E DI AUTOGESTIONE.

Al fine di poter difendere la loro natura pubblica, l’educazione superiore universitaria e le istituzioni di ricerca devono assumere caratteristiche più democratiche e le basi della loro autonomia devono risiedere nella collegialità e nella condivisione delle responsabilità. Tutto il personale deve godere di spazi decisionali e di partecipazione indipendentemente dei loro rispettivi ruoli. Inoltre, i rappresentanti del personale devono avere maggior ruolo decisionale, con maggiori diritti per i membri eletti nelle organizzazioni universitarie.

10. EQUILIBRIO DI GENERE, NON DISCRIMINAZIONE.

Le donne sono sottorappresentate nei ruoli direttivi e dirigenziali, del settore accademico e della ricerca, e quindi occorrono incentivi per aumentare la proporzione di donne a tutti a livelli della carriera professionale, soprattutto per ciò che riguarda l’assegnazione di cattedre e di incarichi manageriali, ponendo così fine a questo divario. Più in generale, la performance delle istituzioni di educazione superiore universitaria e degli istituti di ricerca deve essere valutata alla luce dei successi ottenuti nell’implementazione delle condizioni di qualità e del principio di non discriminazione. Per poter eliminare questo gap nel trattamento tra i generi e garantire efficaci politiche di non discriminazione, è necessario un completo sistema di servizi sociali che assicuri protezione, diritti e servizi a tutti i lavoratori, sia uomini che donne, con particolare attenzione ai diritti parentali e alle pari opportunità.

11. DIFESA E SICUREZZA DEI POSTI DI LAVORO, AUMENTO DEI SALARI.

I docenti, i ricercatori e tutto il personale con contratto hanno diritto alle protezioni previste dalle procedure di contrattazione collettiva o dalla legislazione nazionale. La qualità della ricerca e dell’insegnamento si fonda su diritti, su salari adeguati, su una qualità di vita decorosa e sulla sicurezza del posto di lavoro. Richiediamo un miglioramento e un’estensione dei sistemi di educazione pubblica, dei diritti e delle forme di protezione previste per i lavoratori. Infine, riteniamo che sia indispensabile un sistema universale di sostegno al reddito delle persone e al loro progresso nella ricerca e nell’educazione.

Ricerca | 22/05/2012

prossimieventi

socialnetwork

areariservata

login
password persa?