Formazione Professionale: sit–in della Flc e della Cgil a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico - una delegazione ricevuta dall'unità di crisi del ministero; confermato lo sciopero di domani, 22 ottobre, ed il sit-in a Palazzo d'Orleans

Formazione Professionale: sit–in della Flc e della Cgil a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico - una delegazione ricevuta dall'unità di crisi del ministero; confermato lo sciopero di domani, 22 ottobre, ed il sit-in a Palazzo d'Orleans
ott 21

Oggi 21 ottobre, lavoratori della formazione professionale provenienti dalla Sicilia hanno dato vita ad un sit-in di protesta al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, dopo che ieri nei capoluoghi siciliani delegazioni di lavoratori avevano incontrato gli amministratori locali per rappresentare la grave crisi del sistema regionale della formazione che rischia di impoverire i territori dei servizi che finora sono stati offerti ai cittadini siciliani dai dipendenti degli enti formativi.

Questi lavoratori hanno infatti realizzato attività formative rivolte a disoccupati, inoccupati e giovani in cerca di occupazione, interventi di istruzione e Formazione volti al recupero della dispersione scolastica e ricolti ai giovani in obbligo d’istruzione e azioni di orientamento, accompagnamento al lavoro, e formazione rivolta ai cassintegrati nel quadro delle politiche attive del lavoro coordinate dai centri per l’impiego pubblici. 

Oggi tutti questi servizi rischiano di disperdersi ed impoverirsi per i ritardi della Regione Siciliana nella programmazione e nella attuazione degli interventi, e la La immediata ricaduta è sui territori, ma anche sui lavoratori del sistema, che rischiano la perdita del lavoro e che, pur in costanza di servizio, non vengono retribuiti per l’incapacità della amministrazione regionale a governare processi fluidi di trasferimento delle risorse che pure ci sono o potrebbero essere individuate. 

La crisi del sistema siciliano è una "crisi gravissima e straordinaria" dovuta a molteplici fattori che la Cgil ha denunciato da  molti anni, ma si inserisce in una crisi generale della stessa mission del sistema della formazione nel paese, con graduazioni diverse nelle diverse regioni.

Flc e Cgil della Sicilia hanno avanzato formalmente oggi la richiesta di un tavolo nazionale di crisi sulla formazione professionale al Ministero dello sviluppo economico, durante il sit-in. Questa richiesta è l’oggetto di un verbale stilato con i funzionari del Mise che si occupano di crisi aziendali che entro domani il Mise inoltrerà al ministro del Lavoro Poletti e alla Presidenza della regione siciliana. All’incontro, nella delegazione della Flc e della Cgil, tra gli altri sono intervenuti anche Salvatore Barone della Confederazione Cgil, Luigi Rossi segretario nazionale e Giovanni Lo Cicero del Centro Nazionale della Flc, per la rilevanza che assume la vertenza e per le implicite ricadute sulle politiche rivolte dalla Cgil alla riqualificazione, il rilancio e la riforma della formazione professionale.

Ne danno notizia i rappresentanti al termine dell’incontro: “Abbiamo illustrato la drammaticità della situazione- riferiscono Giusto Scozzaro (Flc) e Monica Genovese (Cgil)- rispetto alla quale il governo regionale non riesce a dare risposte tempestive e credibili”.

Cgil e Flc chiedono ora al governo nazionale “risposte immediate, vista la gravità della situazione, in termini di ammortizzatori sociali e di incentivi all’esodo”. Attualmente per la sola formazione professionale giacciono in Sicilia istanze di ammortizzatori sociali in deroga per 22 milioni. Dopo i sit- in di ieri e l’incontro di oggi si va domani allo sciopero generale del comparto, proclamato dalla Flc Sicilia, con manifestazione regionale in mattinata davanti palazzo d’Orleans, sede del governo. Quanto al decreto che sblocca i corsi dell’obbligo formativo, firmato ieri, Scozzaro e Genovese dicono: “E’ importante per noi registrare all’indomani della protesta una risposta del governo, con un’accelerazione in questo caso delle procedure. Resta però il fatto che a causa dei ritardi un percorso che un ragazzo dovrebbe compiere in tre anni dura invece cinque. E’ complessivamente una situazione insostenibile- concludono- alla quale trovare soluzioni di fondo”.

 

Scarica il comunicato stampa sul sit-in

Scarica il comunicato stampa sull’incontro

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Formazione professionale | 21/10/2014

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