Formazione professionale: l’Assessore Caruso cambia il tiro su Garanzia Giovani e sugli ex “sportellisti”, sulla proclamazione dello stato di crisi, invece, il Presidente Crocetta tace.

Formazione professionale: l’Assessore Caruso cambia il tiro su Garanzia Giovani e sugli ex “sportellisti”, sulla proclamazione dello stato di crisi, invece, il Presidente Crocetta tace.
mag 15

Ieri, a seguito della convocazione ricevuta il 12 maggio da parte dell'Assessore Caruso, si è tenuto, presso il dipartimento regionale del lavoro, un incontro per discutere sulla vertenza della filiera dei servizi formativi; erano presenti la FLC CGIL Sicilia,  la CISL Scuola, la UIL Scuola, e  lo SNALS regionali, le Associazioni datoriali regionali, oltre al Professore Caruso, Assessore per la Famiglia, la Solidarietà Sociale ed il Lavoro, ed alla Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro, l’Avvocato Corsello.

L'Assessore, prima di illustrare l’aggiornamento della proposta relativa alla vertenza, ha comunicato che, a seguito dell'intervento di una sentenza del TAR che ha “congelato” la graduatoria del CIAPI del luglio 2014 (Bando Garanzia Giovani), questa non può più essere utilizzata.

Per questo l'ipotesi dell'avvio al lavoro dei circa 600 orientatori non è più percorribile, a meno di non fare effettuare al CIAPI  un nuovo bando di concorso, i tempi del quale, imprevedibili,  sarebbero eccessivi per la stessa durata della Garanzia Giovani, e non risolverebbero comunque la emergenza occupazionale.

Caruso si è lanciato in alcune considerazioni politiche sulla finalizzazione della spesa “che deve essere rivolta ad offrire servizi di qualità che servano alla Sicilia, e, nel caso di Garanzia Giovani, che offrano opportunità ai giovani siciliani”, per i quali è necessario provvedere misure di riattivazione diverse dalla formazione, più “attive ed efficaci”.

Ha, per grandi linee, illustrato la nuova proposta, alternativa anche allo stesso accordo separato – non sottoscritto dalla FLC CGIL l’8 aprile scorso.

Ha ipotizzato un taglio delle risorse disponibili per la così detta “formazione mirata” (Misura 2 A del PAR Garanzia Giovani) riducendole fino a 15 milioni di euro, ed ha manifestato la determinazione ad utilizzare le risorse della ultima rimodulazione del PAC, già approvata con la deliberazione 102 del 20 aprile scorso dalla Giunta di Governo, nello specifico:

  • 35 milioni di euro per le politiche attive del lavoro, che sarebbero messi a disposizione delle agenzie per il lavoro in fase di accreditamento; questi fondi verrebbero resi disponibili con “procedure snelle”, analoghe alla manifestazione d’interesse appena espletata per la costituzione del catalogo dell’offerta formativa della “formazione mirata”, e sarebbero rendicontabili a processo (i 35 milioni, nella delibera, sono collegati alla quota di 106 milioni destinata alle politiche passive, assolutamente necessari per completare i pagamenti degli ammortizzatori sociali in deroga del trascorso 2014);
  • 15 milioni per i “contratti di ricollocazione”, misura prevista dalla delibera in conformità al Jobs Act ed i suoi decreti attuativi che riformano il sistema nazionale del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali (provvedimenti sui quali è noto che la CGIL ha manifestato opposizione ed espresso forte critica); queste risorse, affidate alle APL, sarebbero rendicontabili in parte “a processo”, in parte “a risultato”;
  • 10 milioni per misure di “accompagnamento al lavoro”, anche queste previste nella delibera, (rendicontabili a risultato).

Queste risorse sarebbero messe a disposizione con strumenti di selezione dei destinatari (manifestazione d’interesse, avvisi pubblici, bandi), individuandoli tra gli organismi accreditati secondo le nuove linee guida per la creazione delle nuove APL, realizzando così, per la parte in cui è competente la Regione, quella riforma dei servizi per il lavoro e superando gli strumenti anche normativi che, in via derogatoria, avevano consentito dal 2000 ad oggi sia l’esperienza degli ex “sportelli multifunzionali”, sia, in ultimo, gli stessi progetti del CIAPI (Spartacus e Garanzia Giovani).

L’Assessore ha rimarcato come la scelta politica di rimodulare la spesa della Garanzia Giovani consenta alla Regione di reindirizzare quelle risorse verso le loro naturali finalità, la riattivazione dei giovani neet, e di non perseverare nella forzatura che era stata dettata da fini “impropri” di ammortizzazione sociale, e che ne aveva prodotto una “distorsione”.

La scelta è stata obbligata ed accelerata dal fatto “accidentale” che oggi impedisce al CIAPI di continuare nella attuazione in convenzione con la Regione ed il Ministero del Lavoro.

D’altra parte, la disponibilità delle risorse del PAC, per le finalità “proprie” – le politiche attive del lavoro da destinare alle persone in cerca di lavoro o destinatarie di ammortizzatori sociali, con strumenti “propri”, le APL, in regime di cooperazione con i CPI, come definito dalle linee guida per l’accreditamento – consentirà al Governo ed all'Amministrazione di garantire anche l'assorbimento della platea dei lavoratori degli ex sportelli multifunzionali.

Per quei lavoratori che non dovesse essere possibile riassorbire, l’Assessore intende procedere individuando gli strumenti e le risorse già disponibili previste nella rimodulazione del PAC e in altre – da individuare – anche attraverso l’attivazione di un ulteriore confronto con il Ministero del Lavoro o con altri livelli istituzionali del Governo nazionale.

Nell’acceso dibattito che è seguito alle dichiarazioni dell’Assessore, i rappresentanti della FLC hanno rimarcato la propria posizione, già espressa ed articolata in molte occasioni durante le proteste ed i confronti con il Governo sulla vertenza, in primo luogo la propria “non condivisione” del precedente accordo, che ha portato la organizzazione a non sottoscriverlo, per la mancanza di chiarezza programmatoria e di impegno del Governo regionale.

Da ciò scaturisce la richiesta, avanzata anche al Presidente della Regione insieme alle altre organizzazioni sindacali confederali, di aprire con il Governo nazionale un tavolo di crisi per l’intero settore della formazione professionale siciliana, che possa intervenire nella individuazione di interventi straordinari di accompagnamento all’esodo, di fuoriuscita, di ammortizzazione sociale, superando le attuali difficoltà, anche in previsione dell’avvio dei programmi di spesa dei fondi europei 2014-2020, che è necessario accelerare.

La FLC, rispetto alla proposta, ha chiesto di uscire dalla genericità e di entrare nel merito, definendo oltre che i principi, anche le regole e gli strumenti, a tutela della massima occupazione dei lavoratori dell’intera platea della formazione professionale, e di quelli che da 15 anni hanno operato nel “sottosistema” degli ex “sportelli multifunzionali”. Ha chiesto di chiarire come verranno “protetti e salvaguardati” anche i dipendenti di quegli enti che hanno avuto revocati gli accreditamenti, e che sono attualmente o licenziati o sospesi.

Ha chiesto di chiarire in via definitiva se gli enti disaccreditati da altri rami dell’amministrazione potranno essere accreditati dalla Regione, in presenza dei requisiti previsti, come APL, nel caso che intendessero procedere in tal senso. A quest’ultima domanda la risposta è stata positiva, ma per la FLC non esaustiva;  alle altre, come a quelle poste da molte delle parti presenti, le risposte sono state sempre interlocutorie.

Volgendo al termine dell’incontro, e con la rassicurazione della disponibilità sia dell’Assessore che della Dirigente ad affrontare i problemi evidenziati dalla discussione, e ad accelerare al massimo le azioni, le Parti hanno preso atto della volontà del Governo di voler procedere per l'attuazione della riforma dei servizi per il lavoro.

Articolando le loro posizioni e rappresentando ulteriori criticità, si sono riservate di valutare nel merito la proposta del Governo – che a detta dell’Assessore è negoziabile nei termini nei quali è stata esposta, ma è altrettanto obbligata dalle necessità legate ai vincoli temporali per le rimodulazioni della spesa del PAR Garanzia Giovani (entro il 30 giugno).

Nel prossimo incontro, che dovrebbe essere riconvocato per mercoledì o giovedì della settimana prossima, e, in attesa dell’ultima ratifica già in corso da parte della Agenzia per la Coesione Territoriale della rimodulazione del PAC, che si attende ormai a giorni, la FLC intende discutere ogni aspetto di dettaglio della proposta dell’Assessore, a partire dai problemi legati al recupero delle risorse anticipate al CIAPI per la Garanzia Giovani, che non è stato possibile certificare interamente, e delle risorse necessarie per il CIAPI per retribuire gli operatori verso i quali il CIAPI ha maturato obbligazioni che non sembra potere onorare.

Il cambio di tiro dell’Assessore Caruso sulla vertenza, le ragioni contingenti che lo hanno provocato, fa intendere, a ben vedere, che la FLC ha avuto ragione a non sottoscrivere accordi incerti, e che la critica espressa sulle capacità risolutive e l’azione salvifica del CIAPI per questa, come per altre vertenze, fosse, invece, assai fondata e ragionevole.

Certo il Governo non ha aiutato il CIAPI, anzi, lo ha usato spregiudicatamente, e continua a farlo, anche per l’altro progetto che gli aveva affidato, Prometeo, che ha stentato a partire, è stato avviato solo parzialmente, non riuscendo a dare le risposte attese né agli utenti né ai lavoratori che speravano di ritrovarvi una occasione di lavoro e adesso rischia di abortire prima della sua conclusione.

E ciò avviene a dispetto della “leggina” approvata all’interno della finanziaria dal Parlamento Siciliano, sempre più asfittico ed ingessato, attanagliato come è dalla crisi di bilancio e dalla ricerca spasmodica di risorse per colmare la voragine del deficit.

La FLC CGIL che ha più volte denunziato lo stato delle cose all’opinione pubblica, come alle stesse Istituzioni regionali, nazionali e comunitarie, non intende tacere, neanche questa volta, ed è convinta che solo attraverso la proclamazione della crisi del settore, con atti formali, si potrà cominciare ad affrontare davvero la vertenza.

Per queste ragioni farà pressioni perché la Presidenza della Regione si attivi per la dichiarazione dello stato di crisi del sistema della formazione professionale regionale, e per la costituzione di un tavolo di crisi presso le Istituzioni Nazionali, che possa aiutare nel percorso di individuazione degli strumenti e delle risorse necessari alla soluzione della vertenza, e che veda salvaguardati lavoro, reddito e diritti delle persone.

D’altra parte, la FLC CGIL Sicilia continuerà nella propria azione di stimolo sulle parti datoriali sane del settore, che devono assumersi grandi responsabilità, e che devono concorrere alla elaborazione di un progetto riformatore vero, funzionale alla valorizzazione del servizio che i nostri operatori sanno e possono offrire alla intera società siciliana.

Serve proporre una alternativa alle scelte del Governo, che finora sono state rapsodiche ed insufficienti, quando non, a dire poco, irrazionali, come stanno dimostrando le sentenze dei TAR e del CGA, e, nella migliore delle ipotesi, hanno condotto solo a soluzioni tampone delle grandi emergenze che si stanno attraversando.

Servono alleanze e condivisione di un progetto alto, e la disponibilità alla ricerca comune di strumenti e risorse, se si vuole salvare il sistema e l’occupazione e si vuole restituire dignità al lavoro nel settore, per uscire dall’impasse che lo vede considerato solo un peso sui conti pubblici alla stregua di altre sacche di precariato.

Formazione professionale | 15/05/2015

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