Istruzione tecnica e professionale: definizione delle opzioni

Istruzione tecnica e professionale: definizione delle opzioni
lug 22

Sono proseguiti nelle scorse settimane gli incontri tra Ministero dell’Istruzione e Parti Sociali sulla definizione dell’elenco nazionale delle opzioni relativo all’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo dei trienni degli istituti tecnici e professionali.      

La CGIL e la FLC CGIL, dopo il primo incontro del 29 aprile, hanno preso posizione con una lettera inviata al Ministero e negli incontri successivi hanno continuato a perseguire l'obiettivo di evitare il riprodursi della frammentazione degli indirizzi dell'istruzione tecnica e professionale. Per la CGIL e la FLC CGIL, infatti, le eventuali opzioni da aggiungere agli attuali indirizzi e articolazioni devono essere limitate e saldamente connesse con i piani di sviluppo, settoriali e locali, e la programmazione territoriale dell’offerta formativa, concordata tra Regioni e Parti Sociali.        

Dalla documentazione finora fornita, emerge invece una prevalenza di richieste di opzioni provenienti da singole imprese o gruppi limitati oppure da singole scuole.      

Conseguentemente CGIL e FLC CGIL hanno formulato le proposte che seguono:      

  • le richieste di opzioni devono essere il risultato di una programmazione territoriale dell’offerta formativa, concordata tra Regioni e Parti Sociali per garantire il raccordo con i piani di sviluppo locali e per evitare il prevalere di spinte localistiche o di lobby imprenditoriali;        
  • la programmazione dell’offerta formativa deve tener conto dell’intera filiera formativa a carattere professionalizzante per evitare sovrapposizioni, favorire l’integrazione e la complementarietà;       
  • non è condivisibile l’insistenza sulla separazione/differenziazione dei percorsi tecnici da quelli professionali, che rischia di provocare confusione e doppioni nella scelta delle opzioni e nella definizione dei profili in uscita;         
  • rispetto alle ipotesi di opzioni presentate manca una griglia di corrispondenza/congruità delle richieste con gli ambiti e i criteri adottati;        
  • la mancanza di un piano orario rende impossibile dare un giudizio favorevole o contrario alle richieste: solo la conoscenza del piano orario e delle relative discipline renderebbe chiaro se l’utilizzo della quota di autonomia, degli spazi di flessibilità, delle classi di concorso atipiche, ecc. non consentono di attivare un percorso di studi coerente con le richieste provenienti dagli specifici territori senza ricorrere all'attivazione di ulteriori opzioni nazionali.        
Rispetto alle bozze di Linee guida del secondo biennio e dell'ultimo anno degli istituti tecnici e professionali, la CGIL e la FLC hanno proposto un forte raccordo con le Linee guida del 1° biennio. In particolare hanno sostenuto la necessità di mettere in atto misure di accompagnamento e di formazione del personale finalizzate a promuovere la didattica per competenze.   

Altre Notizie | 22/07/2011

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