Formazione professionale: I lavoratori temporaneamente affidati al Ciapi verranno licenziati dai loro datori di lavoro? Esiste ancora un sistema regionale della Formazione professionale? Il Governo Crocetta continua a disattendere gli impegni.

Formazione professionale: I lavoratori temporaneamente affidati al Ciapi verranno licenziati dai loro datori di lavoro? Esiste ancora un sistema regionale della Formazione professionale? Il Governo Crocetta continua a disattendere gli impegni.
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La Flc e la Cgil si faranno promotrici di ogni tutela dei lavoratori, chiedendo al Presidente Crocetta l’apertura di appositi confronti, perché ai problemi complessi dei lavoratori del comparto della formazione professionale vanno trovate adeguate e urgenti soluzioni; fino a ora gli unici a pagare le conseguenze dell’azione politica moralizzatrice sono i lavoratori, con la precarizzazione del lavoro e delle loro vite.

Il 26 settembre, a conclusione di un ciclo di lotte, scioperi e rivendicazioni sindacali avviata sulle tre filiere della formazione professionale già dal mese di aprile, la Regione Siciliana si proponeva “di procedere, a seguito di confronto con le parti sociali “da avviarsi con immediatezza”a riorganizzare il servizio pubblico per l'impiego “dando attuazione ai principi recati dal D. Lgs 181/2001 e s.m.i., specificatamente riportatisi nel documento delle regioni depositato presso la “struttura di missione”.e che al fine di perseguire l'obiettivo di una più efficace gestione del mercato del lavoro” intendeva “adottare un sistema misto pubblico-privato attuando interventi attraverso i Centri per l'Impiego e i soggetti accreditati”. Nel frattempo, essendosi esaurito il finanziamento triennale dei così detti”Sportelli multifunzionali”, che, nelle dipendenze di un ente di formazione vi avesse preso parte, avrebbe, secondo l’accordo, temporaneamente e con “contratto flessibile”, potuto lavorare a seguito di una selezione effettuata dal Ciapi di Priolo per il progetto Spartacus, chiedendo l’aspettativa al proprio datore di lavoro.

La “immediatezza” nella quale le parti avrebbero dovuto essere convocate, si pensava fosse calcolata sui tempi del presente, e non quelli biblici dei progenitori del Popolo d’Israele, ma invece il tavolo con le PP SS per la discussione prevista sui servizi per l’impiego, più volte richiesto, fissato in almeno due occasioni e mai effettuato, rende difficile ipotizzare oggi il tempestivo reperimento delle risorse per la proroga del progetto Spartacus sulle politiche attive del lavoro affidato in house al Ciapi di Priolo. Ciò sta già producendo il rischio del posto di lavoro per 1750 persone.

Le associazioni degli enti, infatti, hanno già preannunziato informalmente che avvieranno le procedure di licenziamento collettivo e, primo fra tutti, l’ente ANFE regionale ha già inviato la comunicazione formale ex art.24 della L.223/91, mentre altri enti hanno già informalmente comunicato che si accingono a farlo. Molti lavoratori intanto, senza alcun ragionevole motivo, continuano ad aspettare le retribuzioni arretrate da parte degli stessi enti che vogliono licenziarli.

Sotto altri versanti, per il "Popolo della Formazione Professionale”, la Regione si era impegnata ad avviare tempestivamente le procedure di finanziamento a valere del Piano Straordinario per la formazione giovani con i fondi del Piano Azione Coesione, e altrettanto, nel protocollo d’intesa del 6 giugno dello scorso anno, si era impegnata a chiudere tutti i pregressi su ognuna delle tre filiere dei servizi formativi – sportelli multifunzionali, della formazione ordinaria finanziata con fondi europei e dell’Istruzione e formazione professionale (rendicontazioni, saldi, fidejussioni, etc.).

Mentre gli uffici preposti delle due amministrazioni si sono dimostrati assolutamente inadeguati a risolvere i pregressi, che avrebbero dato respiro ai lavoratori duramente provati, i vertici delle due amministrazioni si sono impegnati solamente a revocare accreditamenti e a recuperare le somme dei così detti “extrabudget” con criteri irresponsabili e procedure di dubbia legittimità, e anche il celere avvio delle attività formative si è dimostrato fallimentare perché le attività potranno essere avviate soltanto adesso, a distanza di 7 mesi, per i quali è dubbio il percorso per la retribuzione dei lavoratori, e certamente questi saranno costretti a prestazioni di lavoro concentrate in tempi ridotti, discapito della qualità del servizio e della sbandierata “efficienza rivoluzionaria crocettiana” del nuovo corso.

Riguardo poi la riorganizzazione del settore,e le revoche degli accreditamenti effettuate ad alcuni enti inquisiti, se è vero che la Flc e la Cgil da molti anni denunciavano inascoltate il malcostume clientelare, è altrettanto vero che le soluzioni identificate dal governo dell’affidamento in house al Ciapi di Priolo come alternativa agli “enti” devono misurarsi con le norme sempre più restrittive per le assunzioni nelle Pubbliche Amministrazioni (D.Lgvo 165/2001 - Ciapi ente pubblico non economico) e sostanzialmente precarizzano il settore ed i lavoratori (rapporti a TI trasformati a TD).

Il Ciapi di Priolo, sia pure con “lodevole sforzo”, nel caso del progetto Spartacus per le politiche attive del lavoro, ha dovuto affrontare difficoltà non ancora del tutto risolte ad oltre due terzi del progetto. Ed era naturale immaginarlo, data la dimensione originariamente “misurata” del Ciapi (20 dipendenti a TI) che improvvisamente ha dovuto gestire una attività per 1750 dipendenti. Difficoltà a trovare le sedi dove fare operare le persone, difficoltà nella assegnazione alle sedi, nella organizzazione del lavoro, nella elaborazione delle paghe, nella stessa trasmissione delle presenze.

Dal 20 dicembre dell’anno appena concluso il Ciapi ha avviato il bando per il reclutamento del progetto Prometeo, per quali attività opereranno i 1415 selezionandi, e non si sa ancora su quali sedi,e vista la polemica sollevata da più parti, quale livello di contenzioso accenderà la selezione, quali prospettive avranno i lavoratori degli enti ai quali è stato revocato l’accreditamento di recuperare i salari perduti nei mesi trascorsi, quali problemi gestionali produrrà una così ingente “macchina da guerra”? etc.

L’Assessore all’Istruzione e formazione parla di una convenzione con la USR per l’utilizzo delle scuole (ma esiste davvero?), ma appare difficile immaginare con quali strumenti e laboratori, in quali tempi (tutti “serali”?) potranno essere effettuati i corsi.

Il profilo finanziario, dal quale deriverebbero le certezze di retribuzione dei lavoratori impegnati nella seconda , annualità del vecchio Avviso 20 come si è detto finanziata a valere del per garantire la possibilità di retribuire il personale (dopo quasi otto mesi) al momento consentirà l’erogazione di una prima anticipazione (del 25% del finanziamento), che sembrerebbe assolutamente insufficiente a garantire la copertura finanziaria delle retribuzioni arretrate per il personale. E intanto alcuni enti decidono di "non avviare le attività, come il "Movimento Apostolico Ciechi" di Siracusa.

Nel caso del Cefop, ente dichiarato dal giudice fallimentare in stato di insolvenza, e poi ammesso alla procedura di Amministrazione straordinaria prevista dalla così detta “Prodi bis” sempre dal tribunale fallimentare, e sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico, l’amministrazione regionale ha fatto mancare il proprio sostegno, mettendo a rischio la stessa procedura, a causa dei recuperi effettuati dei finanziamenti extrabudget della precedente gestione Cefop, danneggiando lavoratori i quali non hanno potuto percepire le retribuzioni da alcuni mesi. La stessa cessione e messa in forse dal defilarsi della amministrazione regionale sugli impegni necessari a garantire le attività per due anni e quelli per garantire interventi di ammortizzazione, di ricollocazione e di riconversione per il personale in esubero licenziato.

Cosa molto probabile è che si produca il fallimento di tutto l’impianto, aggravando la situazione del sistema con altri 408 lavoratori che rimarrebbero senza lavoro mentre avrebbero potuto recuperare positivamente una riallocazione produttiva.

Sembra quasi che ci sia chi spinge per questa ipotesi, pensando di ingrossare le fila dei lavoratori affidati in house al Ciapi, ampliando il perimetro del “bacino di precari” che è quello che, alla faccia della “rivoluzione”e della sbandierata efficienza, si appresta a diventare questo ente strumentale della regione .

La soluzione della cessione al consorzio Cerf, aggiudicatario della gara di vendita del complesso aziendale del Cefop in AS, invece garantirebbe i 408 posti e addirittura ne potrebbe fare ipotizzare di ulteriori, su attività diversificate. In più il consorzio si è impegnato con le organizzazioni sindacali dei lavoratori ad ampliare fino a due anni il repechage (un anno in più dell’obbligo imposto dalla legge) e, cosa più importante, manifestando la volontà di intraprendere anche su altre filiere, introdurrebbe in Sicilia un modello intelligente di mix di attività private aggiuntive a quelle finanziate dal pubblico, capaci di sostenere i periodi di vuoto di finanziamenti, secondo una logica “imprenditoriale” diversa da quella “assistenziale” alla quale il governo regionale afferma di volere sfuggire, ma che è sotteso alla legge regionale 24/76 (sovvenzione pubblica), che alcuni “portatori d’interesse” continuano a ritenere “virtuosa”,quando invece i fatti la hanno dimostrata “criminogena”.

Il Presidente Crocetta e l’Assessore Scilabra hanno più volte manifestato la volontà di “rivoluzionare” il sistema, ma con quale progetto? Se si precludono le esperienze imprenditoriali capaci di stare sul mercato, alternative al vecchio e corrotto sistema, con che cosa si pensa di sostituirlo?

All’apparenza, la sola ipotesi messa in campo dal Governo è quella di un “precariato assistito” a totale carico della PA.

Anche l’Assessore Bonafede, che non ha brillato per la stessa iperattività della sua collega assessore all’Istruzione,sottoscrive protocolli col Ministro del Lavoro Giovannini e con le altre regioni del meridione, la cui portata non è chiara, e sui quali sarebbe stato opportuno almeno informare le Confederazioni sindacali , visto che trattano della delicata materia dei servizi per l’impiego e in qualche modo impattano sul destino dei 1750 lavoratori impegnati a termine sul progetto Spartacus e che i datori di lavoro “naturali” vogliono invece licenziare!

Più volte sono stati annunziati, anche nelle sedi istituzionali delle commissioni parlamentari, Disegni di legge (a partire dal settore dell’Istruzione e Formazione Professionale, il delicato pezzo che riguarda i giovani da 14 a 17 anni, anche per l’espletamento dell’obbligo d’istruzione (il diritto - dovere morattiano).

Ma, mentre il Governo annunzia disegni di legge, in realtà l’amministrazione persevera nei tagli finanziari e relega questa parte del sistema in una condizione paradossale. Gli enti che in via prioritaria se ne occupano, quelli confessionali, viaggiano in acque tempestose, maturano debiti e obbligazioni nei confronti del personale. Sono emblematici i casi del Cnos, con oltre 22 stipendi non pagati al personale, e il preannunzio delle procedure di mobilità (fuori di metafora, licenziamento collettivo del personale), e del Ciofs, che le procedure di licenziamento collettivo le ha già attivate.

Il provvedimento per gli incentivi all’esodo è stato annunziato, discusso, concordato con le organizzazioni sindacali almeno per una fase ricognitiva, (e dalle nostre verifiche giudicato pericoloso, perché potrebbe generare “esodati” non coperti da pensione), ma di esso è stata mai avviata nemmeno la fase ricognitiva.

L’azione del Governo è un fallimento politico: si stanno chiudendo anche le esperienze virtuose e di qualità, si offrono soluzioni creative, estemporanee, di emergenza e precarie, si affamano le famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori, senza avere la benché minima idea per approdare a un nuovo sistema che non si vede nemmeno all’orizzonte.

Di fronte a questo quadro sconfortante, e all’assenza di progetto, ci chiediamo, legittimamente, come siano finite le promesse di tutela dei lavoratori ampliamente profferite dal Presidente, e se, invece, questa “apparente” assenza di progetto non sottenda invece un progetto vero, ma questo, cinicamente, pensato senza curarsi degli effetti devastanti sulle vite, sulla serenità familiare, sulla possibilità di futuro che tante persone avevano affidato all’impiego presso gli enti di formazione (all’incirca 10000? Ma anche fossero gli oltre 8000 censiti nell’albo, non sarebbe altrettanto grave?)

Nonostante questo drammatico quadro va recuperato il tempo perduto colpevolmente, bisogna con urgenza avviare un confronto su una idea alternativa, spostando il confronto anche nei livelli di governance nazionale delle risorse attualmente attinte dai fondi per la coesione, e rilanciandolo anche alla luce della discussione avviata da più parti sulla formazione professionale, anche in sede nazionale, con i ministeri da una parte, e con i partiti dall’altra, perché la “caduta del sistema della formazione professionale in Sicilia non lascerebbe indenni nemmeno i sistemi che attualmente, nelle altre regioni, pur non godendo di “ottima salute”, vivono.

Intanto sulle situazioni specifiche dei singoli enti in crisi la Flc e la Cgil si faranno promotrici della apertura di appositi confronti, perché a problemi così complessi vanno trovate adeguate soluzioni,e non possono essere solo i lavoratori a pagare.

Formazione professionale | 12/01/2014

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