Garanzia Giovani: il Governo annaspa, le commissioni parlamentari chiedono al Ciapi il ritiro del bando, i giovani ed i lavoratori possono attendere!

Garanzia Giovani: il Governo annaspa, le commissioni parlamentari chiedono al Ciapi il ritiro del bando, i giovani ed i lavoratori possono attendere!
lug 28

Continua la linea fallimentare del Governo regionale per i lavoratori della filiera delle politiche attive del lavoro. La politica degli annunci del Governo Crocetta, e dell’amministrazione regionale, che avevano illuso i lavoratori del settore che non vi sarebbe stata alcuna interruzione delle attività, che in continuità con il completamento delle attività finanziate con gli avvisi pubblici 1 e 2 del 2010, attraverso il finanziamento al CIAPI di Priolo del Progetto Spartacus e poi con l’affidamento allo stesso CIAPI di alcune azioni del Piano Regionale della “Garanzia Giovani” si sarebbe potuta mantenere la continuità lavorativa e retributiva sta dimostrando quanto questa scelta fosse improvvisata, irrazionale, fallimentare.

Gli annunci del Governo, sostenuti anche dalla acquiescenza di alcune organizzazioni sindacali, che da una parte immaginavano la configurazione di un polo pubblico, e dall’altra continuavano ad applaudire le scelte della amministrazione di non rimodulare le risorse disponibili, di non rifinanziare azioni di sistema agli organismi privati ancora esistenti di cui la gran parte dei lavoratori sono dipendenti, accelerandone la crisi, hanno portato i lavoratori sull’orlo del baratro.

I governi Crocetta, sia il primo con l’inconsistente azione dell’ex assessore Bonafede, sia il secondo, che ha visto l’assessore Bruno esordire il 18 aprile con un comunicato congiunto nel quale dava ampie rassicurazioni alle organizzazioni sindacali che non vi sarebbe stata nemmeno soluzione di continuità, o, al massimo, una decina di giorni per la ripresa delle attività dei 1750 lavoratori in questione, si sono dimostrati ampiamente inadempienti degli impegni presi ed annunciati, e dire che gli impegni in merito sono stati ripetutamente sanciti nel tempo da una lunga scansione di intese e di accordi (se si vogliono considerare solo i principali, quelli del 6 giugno 2013, del 26 settembre 2013, e, in ultimo, del 24 giugno e del 21 luglio di quest’anno) che si sono sempre più rivelati inconsistenti, progressivamente peggiorativi per i lavoratori e, in ultimo, appaiono inattuabili. La Flc per altro, si era riservata nel penultimo, ed ha sciolto negativamente la riserva il 25 luglio, alla luce del bando pubblicato unilateralmente dal CIAPI, che conteneva solo le formule derogatorie concordate – subite dalla Flc solo per senso di responsabilità e per consentire la piena occupazione – e non conteneva invece nemmeno la misura minima che era stata discussa ai tavoli, quella di un contratto di almeno 6 mesi per tutta la platea degli operatori individuata per altro dallo stesso articolo 14 della legger regionale 13 /2014 recentemente approvata dall’ARS.

Non uno di meno” ha sempre sostenuto la Flc, nel corso della lunga e complessa trattativa.

Avere considerato il Governo Crocetta un vero governo, e non un governo da operetta, ed avere immaginato un ruolo attivo - oltre alle ripetute audizioni in commissione - dello stesso Parlamento Siciliano, che invece ha continuato a dimostrare come prevalgano i personalismi di qualche anche autorevole parlamentare alla azione legislativa ed istituzionale di alto respiro, è l’unica responsabilità che si può addossare alla Cgil ed alla Flc, che invece hanno da tempo denunciato come il sistema regionale della formazione professionale fosse, sia nella filiera delle politiche attive che nelle filiere della formazione ordinaria e della Istruzione e Formazione Professionale, arrivato alla ingovernabilità e necessitasse di interventi di riordino strutturale, mai realizzati dal Governo e dal Parlamento.

La Flc ha tuttavia continuato a denunziare le responsabilità dell’amministrazione regionale che ha dimostrato di essere incapace sia di proporre soluzioni sia di attuare un progetto di riorganizzazione, utilizzando le copiose risorse comunitarie che, invece, rischiano di essere perdute e restituite all’UE. L’amministrazione non è stata capace di continuare ad avvalersi delle professionalità esistenti nel sistema, in forma integrata alla PA, così come pure disegnato dalla legislazione regionale in materia “nelle more della riforma della Formazione Professionale e dei Servizi per l’Impiego” (cfr Lr 24/2000).

Il Parlamento Siciliano, anzi, intervenendo sulla legge con l’art 14 della Lr 13/2014 ha addirittura reso più difficoltosa quella integrazione tra pubblico e privato prevista dalla formulazione precedente del 2000, demandando al solo ente strumentale della regione la possibilità di impiego del personale riqualificato per le Politiche attive del lavoro.

Peccato che la legislazione nazionale in materia, anche se è attualmente in evoluzione, prevede già cose diverse e disegna sistemi integrati pubblico / privato accreditato, e la Regione Siciliana sia fortemente in ritardo.

Il forte ritardo della Regione Siciliana si riverbera anche sul Programma “Garanzia Giovani”, e il  bando di reclutamento di personale da utilizzare nella attuazione di due delle azioni del Piano regionale relativo a detto programma, pubblicato dal CIAPI il 25 luglio, non sembra sufficiente, per l’approccio “ragionieristico” che lo ispira, non solo a dare le necessarie e urgenti risposte al personale individuato dalla legge regionale, ma soprattutto rispetto al corretto utilizzo ed alla finalizzazione delle risorse al programma di riattivazione dei neet siciliani, quei giovani che hanno perso ogni fiducia nella possibilità di impiegarsi né di ricercare attivamente il lavoro, che non studiano più e che non sono coinvolti in alcun percorso di formazione.

Per aggredire questo fenomeno – grandemente diffuso in tutti i paesi dì Europa, tanto che l’UE ha deciso di destinare ingenti risorse al programma comunitario Youth Guarantee (YEP),destinandole agli stati membri e, per il loro tramite alle regioni, l’approccio ragionieristico praticato dal CIAPI appare largamente insufficiente, e così, i giovani siciliani potranno continuare ad attendere.

È bene ricordare che nel 2010, il trasferimento dal bilancio della regione alle risorse comunitarie della spesa destinata agli sportelli multifunzionali che operavano in convenzione con i Centri per l’Impiego e l’Agenzia Regionale per l’Impiego, fu deciso dal governo su mandato dell’ARS che aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno in tal senso, quindi la responsabilità della disorganizzazione e del disagio attuale è ampiamente condivisa dalla politica siciliana, e per ragioni di bilancio che anche oggi sono sotto gli occhi di tutti.

Resta gravissima la situazione dei lavoratori che sono sospesi ormai da più di tre mesi, virtualmente in attesa di ammortizzatori sociali la cui erogazione dipende sempre dalla stessa amministrazione del lavoro, che anche in questo caso non brilla per incisività e per capacità di risolvere i problemi.

Intanto, anche l’avviso comune al quale enti datori di lavoro e organizzazioni sindacali si sono attenuti, oggi rischia di mostrare la corda, in assenza di prospettive e di risorse per l’ammortizzazione sociale che non sembrano realizzabili nel breve termine: l’Assessore Bruno ha l’obbligo di dare risposte anche su questo, e di dirci quali azioni intende condurre, assieme all’altro ramo dell’Istruzione e Formazione per intervenire sul problema, che se gli enti decidessero di avviare i licenziamenti, si riprodurrebbe ugualmente sulle filiere della formazione, che già vivono le loro criticità.

E la tragedia annunciata, nell’indifferenza generale, e, anzi con il plauso di molti commentatori, rischia di vanificare anche quegli investimenti di denaro pubblico che a partire dalla fine degli anni ’90 hanno consentito – con la riqualificazione di molti degli operatori in questione – la attuazione di un sistema di politiche attive del lavoro forse non eccellente, ma certamente utile alla Sicilia.

Formazione professionale | 28/07/2014

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